Psicologo Individuale
Quando chiedo ai pazienti nelle prime sedute cos’è per loro un colloquio psicologico e quali benefici sperano di ottenere, le risposte più frequenti sono: “uno strumento per risolvere dei problemi, un modo per conoscere aspetti di sè che sono inconsci, un modo per trovare nuove soluzioni e per migliorare la vita, godersi i momenti”.
Come mai proprio ora scelgono di rivolgersi ad uno psicoterapeuta?
Come mai anche tu proprio ora stai leggendo le pagine del mio sito? Cosa sta succedendo nella tua vita?
Le persone iniziano un percorso di psicoterapia individuale perchè a un certo punto nella loro vita presente qualcosa non funziona più.
I motivi per cui si inizia il percorso riguardano il presente: possono essere attacchi di panico, ansia o pensieri, comportamenti ed emozioni che non si riescono ad evitare pur sapendo che sono distruttivi.
Questo è un elemento che ritrovo spesso: “razionalmente so come mi dovrei comportare, che quella situazione non è pericolosa, che quella relazione è tossica, che non è colpa mia, ma emotivamente sto male, non riesco a controllare le mie emozioni”.
Ecco quindi che il problema si sposta verso le emozioni: “se fossi più razionale non starei male”.
L’idea di dover fare, sentire o pensare diversamente lascia nelle persone un senso di fallimento e intensifica un’idea negativa di se stessi.
C’è poi chi ha provato a farsi aiutare e dice: “Con me la terapia non ha funzionato”. Ogni psicoterapia e ogni psicoterapeuta è diverso, ognuno ha la sua storia. Quando una psicoterapia non funziona e se ne inizia un’altra è importante raccontare al nuovo psicoterapeuta come è andata, come si è chiuso il precedente percorso, cosa ha funzionato e cosa no e in cosa non si è sentito aiutato.
Sono indicazioni preziose che come paziente puoi fornire per organizzare al meglio il percorso di psicoterapia individuale che stai per intraprendere.
Del resto quando vai dal medico non racconti i trattamenti fatti precedentemente e con quali esiti?
Perchè dovrebbe essere diverso con uno Psicoterapeuta che è il dottore delle emozioni?
Perchè intraprendere un percorso di psicoterapia individuale
Un paziente durante una seduta racconta che in un meeting di lavoro il capo l’ha traumatizzato perchè ha messo in ridicolo il suo lavoro e l’ha sgridato davanti a tutti. E’ rimasto pietrificato, non ha avuto il coraggio di reagire, dice “al primo errore dopo anni di lavoro vengo umiliato. Non è giusto, ci sono tanti colleghi che non fanno niente ma con loro non ci sono mai problemi. Sarò sbagliato io..”
L’evento è stato talmente pesante da un punto di vista emotivo che il suo ricordo provoca a distanza di mesi sintomi come attacchi di panico, tachicardia e incubi durante la notte.
Ecco il sintomo: l’ansia da cui ci si vuole liberare perchè interferisce con il benessere quotidiano.
Cosa si fa in terapia?
Anzittutto si cerca di non combattere a priori il sintomo, ma di comprenderlo per poi lasciarlo andare.
Nel caso sopra citato, quel panico che arriva cosa ci sta dicendo? Quell’episodio quali vissuti di umiliazione ha riattivato?
Il sintomo ci sta dicendo che ci sono delle esperienze che non sono state bene elaborate e per questo, nonostante si siano concluse, continuano a fare male.
Trauma viene dalla parola greca “τραῦμα” (trâuma) e significa “ferita”, “lacerazione”, “danno”.
Queste ferite dell’anima sono esperienze con un impatto così intenso e negativo da impedire alla persona di continuare a vivere e ad essere come prima.
Nel caso raccontato il trauma è collegato all’idea negativa di sè stesso di essere sbagliato, che si è formata negli anni a seguito di continue esperienze di svalutazione.
Perchè cercare nel passato le risposte?
Nei primi anni di vita le interazioni con le nostre figure di attaccamento, in particolare i genitori, influenzano il modo in cui immagazziniamo nella memoria le nostre esperienze. In questo periodo si comincia a costruire il nostro senso del sè, ossia quello che pensiamo di noi stessi, e le nostre modalità di vivere i rapporti interpersonali.
Se le esperienze sono state sane e sicure ne deriverà una costruzione dell’identità globalmente positiva. Se qualcosa è andato storto e le esperienze sono state negative ci potrebbero essere delle influenze negative sia nell’immagine di sè sia nelle modalità di relazionarci con gli altri sia nel valore che attribuiamo a noi stessi, la nostra autostima.
Chi siamo oggi è il frutto di ciò che siamo stati; ma la nostra percezione di noi stessi non è immodificabile.
La notizia positiva è che il nostro cervello è in contina crescita, si sviluppano nuove reti neurali complesse, nuove connessioni che permettono di guarire quelle ferite del passato e guardare al futuro con speranza.
Guarire le ferite dell’anima: Terapia EMDR
L’EMDR ossia Eye Movement Desensitization and Reprocessing è un trattamento psicoterapico che è stato originariamente rivolto ad alleviare lo stress associato ai ricordi traumatici. Durante una seduta EMDR la persona elabora il ricordo del trauma e vedrà quello che le è successo in un modo più sereno e costruttivo in alcuni casi, mentre in altri si sentirà rafforzata e più fiduciosa nelle proprie capacità.
Infatti l’EMDR facilita l’accesso e l’elaborazione di ricordi traumatici per poi portarli ad una risoluzione adattiva, che viene osservata dal fatto che il paziente presenta successivamente una desensibilizzazione dello stress emotivo che si traduce nel fatto che il ricordo non causa più sensazioni di angoscia, paura, tristezza o rabbia.
C’è quindi un sollievo delle sensazioni nei confronti del ricordo dell’evento traumatico. Questo porta a non avere più sintomi come flashback, incubi o pensieri involontari e angoscianti su quanto accaduto, le persone cominciano a dormire meglio, a concentrarsi di più nelle attività quotidiane e lavorative e, soprattutto, possono affrontare spontaneamente situazioni che prima tendevano ad evitare perché producevano ansia e paura.
In altre parole le persone sono libere di essere di nuovo se stesse, anzi, in molti casi riferiscono di sentirsi più forti, più cresciute e più in grado di contare su se stesse e sulle proprie capacità.
L’esperienza clinica ha dimostrato che, una volta rielaborati i ricordi specifici di esperienze traumatiche o stressanti, il senso di autoefficacia e di autostima del paziente cambiano automaticamente.
Questo porta ad un cambiamento dei pensieri disfunzionali, per esempio delle convinzioni negative rispetto a se stessi, e di conseguenza dei comportamenti disfunzionali.
Psicoterapia cognitivo comportamentale (Cognitive Behavioural Therapy - CBT)
Secondo il modello della Psicoterapia cognitivo comportamentale non è la situazione in sè a determinare direttamente ciò che le persone provano, ma è piuttosto il modo in cui esse interpretano certe esperienze: le emozioni e i comportamenti delle persone vengono influenzati dalla loro percezione degli eventi.
All’origine del disturbo c’è quindi un modo distorto di pensare, che influenza in modo negativo l’umore e il comportamento del paziente e che non prevede alternative.
I pensieri che ci fanno stare male, che chiamiamo disfunzionali, hanno delle precise caratteristiche ossia la trasformazione dei desideri, delle aspettative e preferenze personali da qualcosa che VORREI a un BISOGNO ASSOLUTO, ad un DEVO ASSOLUTAMENTE.
Lo stare male è legato ad un processo di CATASTROFIZZAZIONE intesa come un’assenza di alternative che facciano stare bene rispetto a quello scopo che non è stato raggiunto.
Per esempio: “devo essere amato e approvato dagli altri”: è lecito e umano pensare di volere essere amato e approvato dagli altri ma bisogna anche accettare che non sempre sia così e che se succede non è una catastrofe e non si è per questo degli incapaci.
L’obiettivo del percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale sarà di individuare e definire il tipo di pensiero che accompagna le emozioni negative (per esempio rabbia, ansia, tristezza) e di cercare delle modalità alternative, più funzionali, di affrontare le situazioni problematiche, superando le idee irrazionali e le doverizzazioni.
Adottare modalità di pensiero più costruttive permette di modificare l’esperienza emozionale negativa.
Se vuoi leggere ulteriori approfondimenti relativi alla Psicoterapia Cognitivo Comportamentale clicca qui
FAQ sulla Psicoterapia individuale
C’è il momento giusto per cercare l’aiuto di uno psicologo?
Il nostro cervello è un organo meraviglioso ed è naturalmente predisposto ad elaborare e superare dei traumi e momenti difficili di stress, ansia e depressione. Succede però che qualche volta questa capacità naturale di guarigione si inceppa e non si riesca ad andare oltre una situazione che ci ha fatto particolarmente male o si rimane incastrati in pensieri in un rimuginio costante o in una relazione maltrattante.
Se ti trovi in una situazione in cui i problemi interferiscono con la tua vita quotidiana e ti accorgi di non riuscire a fare fronte a queste difficoltà da soli è il segnale che il nostro cervello ci manda di avere bisogno di un confronto con una persona esterna che in modo lucido e professionale può guidare in un percorso di guarigione.
Quanto dura un percorso di psicoterapia?
La durata non può essere predeterminata o standardizzata in quanto dipende dagli obiettivi che ci si pone e dalle esigenze individuali.
Solitamente si comincia a lavorare sul sintomo portato in terapia e fonte di sofferenza e, una volta risolto, si concorda se proseguire a lavorare sulla struttura di personalità su cui si è innescato il sintomo.
Sulla durata incidono tanti altri fattori come la complessità del problema, da quanto tempo il paziente ne soffre, le sue risorse e la motivazione a guarire. Alcune persone traggono beneficio in poche sedute, altre potrebbero avere bisgono di un percorso più lungo.
Il confronto con il terapeuta sugli obiettivi e sui progressi ti potrà aiutare.
H3 La terapia rimane confidenziale?
Assolutamente sì. Tutto ciò che viene discusso durante le sedute è strettamente confidenziale. Gli psicologi sono tenuti al segreto professionale, salvo rare eccezioni legali che ti verranno spiegate chiaramente durante i primi incontri e che puoi trovare indicato nel Codice Deontologico degli Psicologi.
Quali sono i principali approcci utilizzati nella psicoterapia individuale?
Esistono diversi approcci utilizzati nella psicoterapia individuale, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), e la terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). Ogni approccio ha tecniche e obiettivi specifici, e la scelta dipende dalle esigenze individuali del paziente.
A che cosa serve la terapia cognitivo-comportamentale?
La terapia cognitivo-comportamentale (Cognitive Behavioural Therapy – CBT) è una forma di trattamento psicologico che si concentra sul cambiare i pensieri e i comportamenti negativi che contribuiscono a problemi emotivi e psicologici. Questo approccio è particolarmente utile per affrontare disturbi come l’ansia, la depressione, i disturbi alimentari e il disturbo ossessivo-compulsivo ma non solo. La CBT aiuta a identificare e modificare i modelli di pensiero disfunzionali, promuovendo un modo più sano e realistico di vedere se stessi e il mondo. Con il supporto di un terapeuta, si imparano tecniche pratiche per gestire meglio le situazioni difficili, riducendo lo stress e migliorando il benessere complessivo.
Cosa succede in una seduta EMDR?
Il terapeuta raccoglie la storia del paziente identificando gli eventi che hanno contribuito a far sviluppare il problema per cui viene in terapia. È importante capire quando sono iniziati i primi sintomi e che cosa era successo precedentemente. In genere ci sono dei fattori precipitanti come trasferimenti, separazioni, fallimenti professionali o lutti.
Si sceglie in genere di iniziare con i primi ricordi significativi, seguendo la linea del tempo.
Quando si affronta il ricordo traumatico con il protocollo EMDR il paziente è inviato a limitarsi a notare i pensieri, le sensazioni o immagini che emergono durante la seduta.
Man mano che il processo continua il paziente comincia a creare associazioni con materiale più adattivo che si integra con i ricordi traumatici.
L’immagine del ricordo dell’evento cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, il paziente riporta cambiamenti nelle emozioni nei confronti del ricordo, le sensazioni fisiche si riducono in intensità e, con la desensibilizzazione, emergono nuove interpretazioni cognitive.
Posso fare sedute online di psicoterapia?
Offro la possibilità di ricevere online. Questa modalità offre una flessibilità aggiuntiva per coloro che potrebbero avere difficoltà ad accedere a sessioni di terapia in persona, ad esempio a causa di impegni lavorativi, distanze geografiche o problemi di mobilità.
La Psicoterapia online può essere altrettanto efficace della Psicoterapia in persona, poiché consente al paziente di ricevere supporto professionale comodamente da casa propria o da qualsiasi altro luogo con una connessione internet o una linea telefonica stabile. E’ importante che si abbia a disposizione una stanza che garantisca la totale privacy durante la seduta senza alcuna distrazione o disturbo (per esempio è consigliabile silenziare le notifiche sul device utilizzato). Durante queste sedute vengono utilizzate le stesse tecniche terapeutiche utilizzate in uno studio in presenza, fornendo supporto emotivo, consulenza e aiuto nel superare le tue sfide personali.
H3 Cosa devo aspettarmi dalla mia prima seduta con la Psicoterapeuta?
Nella tua prima seduta ti accoglierò con empatia e rispetto, creando uno spazio sicuro in cui puoi esplorare apertamente le tue sfide e preoccupazioni.
Analizzeremo e percorremo la tua storia di vita, le tue esperienze passate ed attuali, partiremo dal sintomi e dal tuo malessere per definire gli obiettivi del nostro percorso.
Tutto ciò potrebbe farti sentire ansioso e timoroso, ma considera che tutto il percorso sarà svolto in collaborazione, senza nessun giudizio e avendo sempre chiaro in mente dove vogliamo arrivare.
La tua prima seduta è un importante primo passo verso un cambiamento per una vita più soddisfacente e appagante
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